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Amabilissima
signora Comare...
La corrispondenza
tra Paoli e Maria Cosway è una lettura ricca
di informazioni sia sulla personalità dei
due protagonisti, sia sul quadro storico e
culturale dell'epoca. Le lettere di Maria Cosway
purtroppo sono andate perse; probabilmente Paoli le
distruggeva metodicamente e immaginava che anche la
sua corrispondente lo facesse:
[...]
P. S. se non straccia questa lettera
non glene scriverò mai
più. (lettera 11,
Cheltenham, 22 agosto
1786)
[...]
La prego stracciar questa lettera la
quale non può essere compresa da
chi non ha l'animo suscettibile
d'entusiasmo come l'umilissimo
servidore. (lettera 8* [non
datata, annotazione di Maria Cosway:
89, 3 past])
|
Maria invece le
conservò fedelmente per tutta la
vita.
Maria
Hadfield era nata a Firenze nel 1760, da una
coppia di Inglesi che gestivano diversi ostelli
destinati a ospitare ricchi compatrioti in viaggio
di piacere. Maria ricevette un'educazione che le
permise di sviluppare i propri talenti artistici:
la musica e la pittura. Visse a Firenze fino al
1779, quando la morte del padre e le
difficoltà finanziarie della famiglia
spinsero la madre a decidere il ritorno a Londra,
con il progetto di combinare per Maria un
matrimonio vantaggioso che potesse risollevare le
sorti della famiglia. La madre era ben consapevole
delle qualità di Maria, che avrebbe potuto
aspirare a sposare un uomo capace di apprezzarla al
di là della mancanza di un titolo nobiliare
e di ricchezze di famiglia. Il progetto fu
realizzato rapidamente e nel 1781 Maria si
sposò con il famoso pittore Richard Cosway.
Il loro salotto divenne immediatamente uno dei
ritrovi più ambiti e alla moda dell'alta
società londinese; Maria era apprezzata per
le sue doti di musicista e di pittrice, per la sua
bellezza e la sua cultura.
Paoli venne
probabilmente presentato ai Cosway da James
Boswell, suo devoto amico da molti anni, che lo
aveva accolto nell'esilio a Londra fin dal 1769 e
che lo aveva introdotto alla frequentazione della
migliore intellettualità londinese
dell'epoca. Il primo biglietto di Paoli a Maria
porta la data del 30 aprile 1782; egli aveva allora
cinquantasette anni, trentacinque in più di
Maria. Forse furono avvicinati dal sentimento di
appartenenza a quella che entrambi percepivano come
la loro comune patria culturale:
[...]
Giacche tanto le piace Venezia vorrei
sperare che vi sarà anche nel 92;
posso quasi ripromettermi che a quel tempo
le cose di questo Paese [la
Corsica] non mi faranno piu
ostacolo di fare un giro per l'Italia; e
Venezia sarà il primo luogo che
visiterò, poi Roma: bramo vedere li
miracoli che in ogni tempo si sono veduti
nelle belle contrade della nostra Patria.
[...] (lettera 18* [non
datata, annotazione sul retro: 1791,
gen.l Paoli])
[...]
mi piacque però quando lessi
nella lettera del mio Compare, il
rammarico che le caggionò la
ricordanza di aver vedute altrove tante
belle Cose che ora si mostrano costi
[a Parigi]. Siamo Italiani
e questo Nome accenderà Sempre
l'Immaginazione e sveglierà
Sentimenti generosi contro ogni atto di
violenza. [...] (lettera 47,
Londra, 15 ott.re 1801)
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La lingua
impiegata da Paoli è l' italiano, sa
langue naturelle per il suo contemporaneo
Pommereul, con qualche termine scritto secondo la
pronuncia corsa, per esempio padria per
patria e padriota per patriota,
viglietto per biglietto, gattive per
cattive, fogaccie per focacce (è il
fenomeno noto come "lenizione [o mutazione]
consonantica"); usa talvolta termini propri del
còrso come zitelle (ragazze) e
zitellucce (bambine); c'è un unico
accenno consapevole all'uso di un'espressione
còrsa:
[...]
La suppongo ritornata dal Castello di
Teddington per prendere a Londra le Sacre
Ceneri. Fra noi quel giorno si chiama il
Di d'Indisio. [...]
(lettera 37, Bath, 18 feb.o
1798)
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Paoli scherza
volentieri sulla propria scarsa predisposizione al
bello scrivere e invita più volte Maria a
correggerlo:
[...]
Vorrei riempire questo Foglio ma non so
[che] dirle. Errori ne
ò dentro abbastanza perche Ella
eserciti contro di me il criticismo severo
della Crusca, [...] (lettera
11, 22 agosto 1786)
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Nei primi anni,
il tono della corrispondenza è
prevalentemente leggero: si passa dalle richieste
di favori, di scambio di libri e prestiti di
carrozze, agli inviti al Thee, a cene o a
serate, ai pettegolezzi su comuni conoscenti della
società londinese, alle informazioni
spicciole sulla salute, alle notizie sulla famiglia
di Maria, ai commenti sulla situazione politica o
sugli avvenimenti culturali. L'amicizia tra Paoli e
Maria si manifesta anche nella disponibilità
a soddisfare i piccoli desideri
dell'altro:
[...]
Ed i libri, ed ogni altra cosa che mi
appartenga Ella mi fa torto se non ne
dispone come di cosa sua.
[...] (lettera 13* [non
datata])
[...]
Dove à trovato quel Sigillo col
quale avea segnata l'ultima sua
lettera? [...] (lettera 15,
Bath, 12 9bre 1786)
[...]
in appresso sigillerò le mie
lettere coll'antico che s'e compiacciuta
darmi [...] (lettera 26*
[non datata])
Sigillo
in ceralacca utilizzato da Pasquale Paoli,
Lodi, Fondazione Cosway.
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Quando Paoli
rientra in Corsica, richiamato a
responsabilità di governo tra il 1790 e il
1796, le poche lettere di quel periodo rivelano un
legame che si approfondisce malgrado la lontananza.
Paoli ha abbandonato la vita facile dell'uomo
celebre e rispettato che ama frequentare la
migliore società londinese; sta dedicando le
sue ultime forze a ciò che per lui è
più caro, la libertà della
Corsica:
[...]
Ella si diverte; io sudo come un
facchino sotto un peso che non è
più per le mie forze, la salute non
è la più buona, ma pur devo
essere contento. Non mi raccomando alle
sue Orazioni, perche forse come le buone
genti colle quali ora vive, mi
crederà fuori dal grembo di
Santamadre Chiesa ed ascisso dalla
Communione di fedeli cristiani. Se non
vuol pregare il cielo ed implorare grazia
per me, mi conservi la sua che sempre mi
studierò di non demeritare.
(lettera 26, Dal Convento di Rostino, 2
agosto 1791)
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Ma pur tra gli
impegni del suo ruolo, Paoli trova il tempo di
progettare un viaggio di Maria in Corsica, sogno
che non si potrà realizzare.
[...]
non saprei dirvi quanto piacere mi
abbia causato l'idea che avreste di venire
in questo Paese. [...]
V'è speranza che presto auremo la
pace allora scenderò ad incontrarvi
a Bastia o Ajaccio[...] il
vostro Vecchio Compare si crederebbe il
più felice se gli permetteste
ch'Egli accorresse alla marina per
ricevervi a braccia aperte.
[...] (lettera 28, Corti 20
decembre 1792 )
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Il titolo di
comare dato da Paoli a Maria deriva
dall'essere stato scelto come padrino dell'unica
figlia di Maria e Richard Cosway, Louisa Paolina
Angelica, nata nel 1790, il cui secondo nome
ricorda appunto l'illustre compare; egli
apprezza questo segno di stima tanto che la bambina
viene sempre chiamata "Paolina" nelle sue lettere.
Paoli non poté presenziare al battesimo
della figlioccia, perché si trovava a
Parigi, diretto in Corsica; la conosce solo quando
rientra a Londra, a fine 1795, ma la bambina muore
per un'improvvisa malattia alla fine di luglio del
1796.
La morte della
figlia sconvolge completamente la vita di Maria e
del marito, che reagiscono in modi diversi: Richard
accentua gli aspetti stravaganti della sua
personalità e si avvicina all'occultismo,
tanto da imbalsamare il cadavere della figlia che
venne esposto per lungo tempo nel salone di casa,
mentre Maria si rifugia nella religione cattolica
nella quale era stata allevata. I due coniugi si
allontanano progressivamente, fino a decidere di
vivere separati, anche se Maria manterrà
sempre un sentimento di gratitudine per il marito e
dopo molti anni di separazione lo assisterà
durante la malattia che lo porterà alla
morte, nel 1821. Maria trova una ragione di vita
nel progetto di un istituto per l'educazione delle
ragazze, ispirato a principi pedagogici molto
avanzati per l'epoca. Si stabilisce dapprima a
Parigi, nel 1801, dove raccoglie fondi per la
futura opera attraverso la sua attività
artistica. Per l'apertura del proprio collegio
sceglie Lione, dove era stata chiamata dal locale
arcivescovo, il Cardinale Fesch, zio di Napoleone.
Paoli non è entusiasta del progetto
dell'amica:
Qual
Demonio Cara la mia Comare l'ha persuasa
di andare a Lione alla Direzzione di un
Coservatorio di ragazze ci perderà
la pazienza. Se ne ritorni da suo marito a
Londra. Gl'umori di un marito sono sempre
più tolerabili, e meglio
ricompensati di quelle che le darebbero le
Zitellucce rinserrate spesso contro le
loro volontà. [...]
(lettera 66, Clifton 31 marzo
1803)
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Forse Paoli non
pensa solo al marito di Maria quando la esorta a
ritornare a Londra: intuisce che ella sarà
totalmente assorbita dalla sua impresa, tanto da
interrompere il legame che si era mantenuto tra
loro malgrado i lunghi periodi di lontananza.
Questa è infatti l'ultima lettera a noi
giunta della corrispondenza.
Paoli muore a
Londra il 5 febbraio del 1807. Dopo il fallimento
dell'esperienza di Lione, nel febbraio 1812 Maria
si trasferisce a Lodi, dove fonda il Collegio della
Beata Vergine delle Grazie, con l'aiuto del duca
Francesco Melzi d'Eril. A Lodi Maria muore nel
1838. Le lettere e i biglietti di Paoli, da lei
affettuosamente conservati, rimangono alla
Fondazione che si occupa di proseguire la sua
opera. Tra le sue carte resta un appunto di mano
della stessa Maria, sicuramente posteriore al 1825,
quindi molti anni dopo la morte di
Paoli:
Tutto
quello che ha rapporto al mio amico Paoli,
ne fo sempre raccolta.
|
Ora parliamo al serio
e fra noi
Si è
scritto di Maria come dell'unica donna amata da
Paoli, il quale non si sposò mai. James
Boswell aveva affrontato più volte
l'argomento con l'illustre amico e trascrive,
secondo il suo stile di cronaca puntuale e
minuziosa, una conversazione sul matrimonio. Paoli,
secondo Boswell, afferma di non avere intenzione di
sposarsi perché non è dotato delle
virtù coniugali, ma esorta il giovane
amico a trovarsi una moglie, assicurandogli che non
potrà essere perfettamente felice in altro
modo. Boswell conclude osservando che Paoli non si
era formato una famiglia perché he is
wedded to his country, and the Corsicans are his
children.
Secondo
Pommereul, contemporaneo di Paoli, il semble
avoir eu peu de goût pour les femmes.
Niccolò Tommaseo, nel Proemio a una raccolta
di lettere di Paoli, da lui annotate e pubblicate
nel 1834, afferma che
Ebbe
il Paoli in Corsica un amore
[...] eletto, attestatomi da chi ne
intese da essa donna un cenno di confessione
pudica.
Proprio nelle
lettere a Maria, Paoli espone più volte
ciò che pensa delle donne e del
matrimonio:
[...]
la riverisco perche sempre piu son
convinto a varie riprove che fra le
gattive ella non è la peggiore; e
buone Creature del suo sesso non credo che
la Natura ne abbia ancora fatte dopo il
dispiacere che le apportò la prima
che produsse. [...] (lettera
13, Londra, 15 Sett.e
1786)
Se un
felice matrimonio deve aprirmi la strada
a' riposi di una miglior
vita mi permetta che io l'assicuri con
tutta la maggior sincerita del mio cuore
che per un secolo a venire io penso
mantenermi celibe. (lettera 14,
Bath, 10 9bre 1786)
|
Queste
osservazioni sono ispirate a un certo spirito
ironico tipicamente còrso, ma più
avanti negli anni, Paoli riflette con un velo di
malinconia sul proprio carattere e in particolare
sui rapporti con le donne:
[...]
Per tutta apologia potrei dire aver preso
forza questa mia asprezza di carattere
dall'aver negl'uomini auti troppo potenti
ed accaniti nemici, e di essere sempre
stato malaccolto, o deluso dall'altra piu
amabile parte della Creazione. Non spero
emenda negl'uomini, ed il bel sesso,
ancorche volesse potrebbe ora essere di
poco sollievo. [...] (lettera
30, Bath 6 decembre
1797)
[...]
Son un animale di abitudine
[...]. Se avessi auto
moglie, oh che costante affettuoso marito
sarei stato ma per grazia di Dio non ebbi
mai tale tentazione, ed a dir anche il
vero non viddi mai un'occhio che a me si
rivolgesse con tenerezza. Sarei stato
noyoso colla mia Costanza, e per
indennizzarsi della Noya, Dio sa qual
compenso l'altra aurebbe scelto.
[...] (lettera 60, Londra 6
Luglio 1802)
|
Maria è
una donna affascinante e molto corteggiata, ma
oppone una rigida virtù e una
graziosa modestia ai tanti uomini che le
esprimono ammirazione, fra i quali è rimasto
celebre il futuro presidente degli Stati Uniti
Thomas Jefferson.
Paoli manifesta
fin dall'inizio della loro corrispondenza la sua
ammirazione, non tanto per la bellezza di Maria,
quanto per i suoi talenti e la sua
personalità:
[...]
Fa bene non esporsi alle vicissitudini
dell'aria [...]. La
Costituzione delicata delle belle Dame
può soffrirne gattive Conseguenze
ed oh quanti ne piangerebbero specialmente
di quelli che piu alle grazie del volto, e
della persona che alli Talenti, alla belta
del Cuore, ed alla tenera amicizia fanno
Caso. Non è di questo numero il suo
Compare [...]. (lettera 2,
Venerdi matina 21 giugno
[1782])
[...]
L'amicizia fra due persone raggionevoli
dell'istesso sesso è perpetua, e
coll'altro [sesso] diventa
una passione che la stima rende
indissolubile. Senza rimorsi, e d'un
piacere infinito; [...]
(lettera 4* [non
datata])
|
Secondo Paoli,
l'amica è dotata di
[...]
una Immaginaz.ne la più vivida,
un Cuore il più sensibile, ed una
mente a cui tutti li Talenti son naturali
e contro de quali l'Invidia non si allarma
perché la graziosa modestia di
quella che li possiede fa che non siano
impiegati che per compiacere ed obbligare
quelli che anno l'onore di conoscerla.
[...] (lettera 5, Londra,
31 luglio 1784)
|
Malgrado le doti
che tanto l'hanno impressionato, Paoli rassicura
Maria: egli non vuole mettere in pericolo la
reputazione di lei e non vuole attentare
all'ospitalità che Richard Cosway gli ha
offerto aprendogli la sua casa:
[...]
Ella sia pur persuasa che il mio
attaccamento non allarmerà mai ne
l'ospitalita, ne la di lei piu rigida
virtu. Quando Ella mi onora della sua
Stima, ed amicizia con Espressioni si
ferme, ogn'altra considerazione che
può essere effetto o del Capriccio,
o di passegiere circostanze, svanisce
affatto, e piu non la curo. Disponga di me
a suo grado, mi troverà discreto
nell'amicizia, sicuro nella confidenza, e
pieno di Zelo per il suo decoro in caso
che per qualche inavertenze Ella avesse
bisogno della prevensione e consiglio d'un
amico. mi balza il core in petto quando la
considero tanto degna d essere stimata e
amata da tutti. [...] (lettera
8* [non datata])
|
Col passare degli
anni, Paoli continua a manifestare nei confronti di
Maria un affettuoso attaccamento, caratterizzato da
un'amichevole intimità anche nei richiami
agli acciacchi e ai disturbi dell'età, che
egli non si cura di nascondere:
Se si
va, dica a qual ora devo venir a
prenderla? Il tempo è più
gattivo in apparenza, che in sostanza. Si
farà buono nel Corso del giorno;
per me non puo mai esser spiacevole in sua
Compagnia. Vorrei però che il
continuo mio Tossire non le dasse noija il
mio raffreddore è sempre ostinato.
Buon giorno. (lettera 41, Giovedi
matina 2 mag.o
[1799])
|
Con Maria, Paoli
si abbandona a una lunga riflessione che è
un bilancio della sua vita, dei suoi rapporti con
l'umanità in generale, con le donne e con la
religione, argomento sul quale era di solito molto
riservato, essendosi limitato in precedenza a
rilevare con affettuosa ironia la devozione di
lei:
[...]
Ora parliamo al serio e fra noi. Alla
mia età, e frattanti disappunti ed
amarezze non le pare un buon Ritiro quello
della Devozione? Non avendo più
confidenza negl'uomini, sarebbe cosa da
gettarsi a fiume se uno perdesse ancora
quella nella Divina Provvidenza. Non
faccia gattivo augurio da questo pensiero,
che sembra piu politico, che Cristiano.
Non sono come dice Mr Ramsaij: Je
n'avez [avais] plus
d'amante, il me fallait un Dieu. Non
sono un Devoto Bacchettone
[...]. No no mi
troverà sempre lo stesso
spregiudicato, e Nemico dell'Impostura, e
dell'Ipocrisia e niente
Collostorto, se non per forza
dell'eta, che mi curva il collo, e le
spalle. Ma curvo il tergo, e bianco il
mento non abbandonerò mai la
Conversazione delle mie buone amiche, le
quali a me parranno sempre graziose, ed
amabili; se ridono saranno sempre belle
come Veneri se sdegnano saranno stimabili
come tante Palladi; bisogna cercare la
salute eterna ma non disprezzare li
conforti che Dio prodiga anche in questo
mondo, perche ci servano d'incitamento
alla Considerazione di quelli piu stabili,
che ci ha preparati nell'altro. E' bella
cosa starsene allegri, viver bene col
nostro Prossimo e confidar nel nostro
Padre Eterno. Li miei Giansenisti
[ar]ricieranno un poco il
Naso a questo giocar la vita di un
recentemente Convertito. Io stimo il loro
Sapere, approvo moltissime delle loro
massime, ma non sono contento
dell'eccessivo loro rigore, amo di
mostrare nel mio diportamento essere un
uomo che serve Dio come il suo Padre
Celeste, e non come uno schiavo alla Corte
di un Soldano. finiamo di fare l'ascetico.
Per altro tutta questa Filastroccheria
è stata per uniformarmi a quelche
Ella dice riguardo a se stessa.
[...] (lettera 39, Bristol
Hotwells 20 mag.o -98)
|
Ho succhiato
lamor della liberta col
latte
Presentiamo qui
un'importante lettera di Paoli, in risposta a una
lettera di Maria: la minuta di questa è
stata eccezionalmente conservata dalla stessa
Cosway , probabilmente come promemoria per gli
aiuti che si impegnava a procurare a Paoli. Egli le
aveva scritto da Londra, dove era rientrato
definitivamente dopo le delusioni del suo soggiorno
in Corsica e la fine delle speranze di potervi
ritornare, per raccomandarle i propri nipoti
affinché ella trovasse loro una sistemazione
in Francia per i loro studi:
[...]
Vorrei che si informasse da qualche
intendente e meglio sarebbe da Mr.
Fesh [Fesch] quanto ci
vorrebbe per dare educazione costi a due
piccoli miei Parenti per via della mia fu
Sorella. preferirei per essi la Francia
alla Toscana: in Corsica non vi sono
ancora scuole [.] amava mia
sorella e vorrei dare alli dilei
discendenti buona educazione per prodursi
nel mondo con una mente bene informata, ed
animo retto, ed elevato. pigli la cosa in
serio, mia Cara Comare. [...]
(lettera 62, Londra, 12 agosto
1802)
|
Maria si trovava
in quel periodo a Parigi dove aveva conosciuto il
futuro Cardinale Fesch, citato nella lettera. Non
per fare economia Paoli si propone di approfittare
dell'aiuto e delle conoscenze di Maria per far
studiare in Francia, anziché in Italia, i
suoi giovani familiari: egli è convinto che
solo studiando in Francia essi potranno essere
utili alla loro Patria. Paoli non ha pudore di
mostrare le proprie debolezze di uomo anziano e
sfiduciato, mentre Maria si mostra sollecita nello
studiare il modo migliore di venire in aiuto
all'amico, non solo per quanto riguarda gli aiuti
ai suoi familiari, ma soprattutto per favorirne il
rientro in Francia e quindi in Corsica. Maria
esorta Paoli a scrivere una memoria al "primo
Console", Napoleone, per essere ristabilito nel
suo diritto; Paoli rifiuta, perché ha
buona dose d'orgoglio per credere che mi sia
necessaria qualunque apologia ed ha comunque
rinunciato all'idea di rientrare nel suo paese:
mi ritornerebbe l'Idee delle quali devo
scordarmi, non dovendo piu pensare che all'altro
mondo, e farmi Cittadino del Cielo.
[Maria
Cosway a Pasquale
Paoli]
Caro
Compare. Ricevei la sua lettera jer sera
riguardo i suoi nipoti ed in risposta la
prego mandarmi subiti i nomi l'eta il nome
del loro Padre e Patria e uno sara messo a
spese della Nazione ecc.. quando m'avra
date queste infor[ma]zioni le daro
più precisi dettagli. - ma non
perda tempo.
Chiede
per gl'altri, ma Caro compare non a mente
da chieder per se stesso? Quanto
m'impegnerei volentieri! Quanto soffro in
veder un uomo d'una lunga carriera
illustre sepolto da due palmi di terra
terminar i suoi Giorni in fioca tromba. -
permetta agli amici di risviliarlo un
poco, accordi a un amica il piacer di
rivederlo - nulla e impossibile a chi
brama di ottenere. Posso assicurarla che
il suo ritorno qua dipende da Lei lo
prenda dunque nell modo
infallibile.
Dimandi
d'esser ristabilito nel suo diritto di
Cittadino francese in una memoria al primo
Console - giustificando gl'evenimenti
passati dal 93 in una istorica narrazione
che provi il suo indefesso amore per la
Republica, la necessita dove s'e trovato
di non rendersi a Parigi dopo il decreto
della Convenzione essendo di diritto
naturale la propria difesa poche parole
per provare che la Convenzione l'avrebbe
mandato a un tribunale sanguinario, dove
avrebbe perduto l'onore con la testa, che
dovea riservarsi per servizio della Patria
- Marchi gli evenementi d'allora la Rep:ca
Fran:sa invasa da tutte le parti da nemici
esteri. Lione, Marsilia rivoltati, poco
dopo Tolone in mano da nemici, in seguito
i tribunali sanguinari facendo tremar
tutta la Francia dovette ricorrere a un
estere potenza per difendere
momentaneamente dall invasione che portava
la destruzione e la morte ecc. e la sua
patria sarebbe stata desolata senza la
protezione d'un armata. - che la sua idea
e le sue speranze erano di vedere
conservare la Corsica tranquilla, ma
libera e per rientrare pura nel seno della
madre Republica, quando sarebbe sortita
dalla tomba della distruzione che la
dominava ma vedendosi deluso dalla
tomba della distruz nelle
speranze, si pentì d'aver troppo
confidato nella lealta d'una nazione che
pretende alla liberta e fu quindi obligato
e forzato d'abbandonare la Patria ecc.
Bisogna
pero che osservi di scrivere al primo
Console senza alcuna allusione
personale, non vedendo il lui che
il solo Capo del governo francese quindi
dimandarli d'esser reintegrato nel suo
diritto di Cittadino francese.
Bisogna
pero che questo sia fatto prima del 21
Settembre - e raccomando la maggior
segretezza non vorrei che lo
dicesse a nessuno, ma scrivesse tutto
questo da Uomo di talento e di spirito -
non faccia come l'ultima Commissione che
le o data che ne a fatto subito una
pubblicazione dannosa - A Masseria non
dica altro che agisca per se stesso e
chieda per mezzo del Ministro di essere
amistiato cioe d'esser ristituito nel
diritto di Citt:o francese. La prego farmi
risposta al piu presto possibile se a
ricevuta questa lettera - Se seconda i
miei desideri potra riprender il filo
honorevole della sua istoria non tagliato
da Atropo ma un poco avvitichiato da
Cloto.
addio
caro Compare son sua aff Comare
Parigi
25 agosto 1802
P. S.
Non e a caso cio che le scrivo celerita e
tutto andra bene aspetto fra 10 giorni la
memoria che chiedo.
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|
[Pasquale
Paoli a Maria Cosway]
Clifton
4 sett.re 1802
Riv.ma
Signora Comare
Era
giusto terminata l'acchiusa lettera quando
dalla posta ricevei dal dilei caro Sposo
la graziosa sua del 25 agosto p.p. Da
quanto in Corsica scrivo Ella può
conoscere l'animo mio concernente le cose
di quel Paese, la cosa che piu m'interessa
in questo mondo. E' a sigillo volante la
lettera, la lega e poi a Monsignor Fesh,
quale distintamente riverisco, e col quale
molto mi congratulo della meritata
preferenza che ha auta, La raccomandi
perche arrivi al suo destino. Le mie
lettere in quel Paese non fanno male allo
Stato. Io sono asssai tenuto alla dilei
efficace buona Volonta per rapporto alla
Collocazione de' miei Nepotini nelle
Scuole di Francia, ma di loro non so ne il
Nome, ne l'Eta; ma scrivo in Toscana dove
sono, per esserne informato. Cara la mia
buona Comare, mi eran piu noti li nomi di
Zelanti della Padria, che quelli de'
Bambini miei Parenti che al Ben Comune
ancora non potevano coadjuvare. Non
è per risparmio che io preferisco
per essi l'Erudizione in Francia, ma
è sul riflesso che essendo la
Corsica ora alla Francia unita, studio, ed
abitudini bisogna che essi abino alla
Francese per essere qualche Cosa nel Mondo
politico. E se in Lione dove
presiederà il buono amico, vi fosse
qualche uomo probo, e di Scienza, e
Classico nella letteratura, io ben
volontieri cola li manderei ancorche mene
costasse un cento di luigi all'anno, e
piu, vorrei che que' Giovinetti
divenissero qualche cosa, e sapessero
nelle congiunture difendere il Carattere,
e la riputazione del loro Zio, se anche
dopo la di lui morte la calunnia volesse
continuare ad oscurare il piccolo suo
merito verso la Padria, ed a porre in
dubio la sempre onorata, ed innocente sua
Condotta allorche era alla Direzzione de
publici affari del suo Paese. Cara la mia
Comare, io son troppo vecchio per
attentare di fare uno Sbozzo istorico
della mia amministrazione, ed ho anche
buona dose d'orgoglio per credere che mi
sia necessaria qualunque apologia. Ho
succhiato l'amor della liberta col latte:
nacqui allorche la Corsica non potendo piu
tolerare la Tirannia de' Genovesi; veduto
ributarsi con disprezzo le sue
Rimostranze, dette di mano all'armi per
iscuoterne il giouco. ho amata la liberta
della Padria senza interesse, e ne detti
le prove nel 90 quando mi voleano com
somma ingiustizia oppresso nel 93 tutti li
mezzi tentai perche potessero vedere
l'innocenza mia, e del Popolo: quando
tutte le vie di moderazione furono
abbandonate dalla Fazione, bisognò
difendersi. Li Principi Borboni per il
loro agente in Toscana mi offrirono la
loro assistenza, ne men degnai rispondere.
Ebbi qualche apertura di aver le Piazze se
le avessi volute a nome del Re, le
ricusai, perche ho sempre creduto Delitto
mancar di parola anche al Nemico. Non
rifiutai l'ajuto offerto dagli Inglesi. Ma
a quali condizioni permisi che vi avessero
il Dominio: si esamini la Costituzione che
il loro rappresentante ebbe dalle mie
mani, e ne giurò a nome del Re
l'osservanza, e si dica poi se v'è
chi piu di me abbia mostrato attaccamento
sincero alla liberta. Se quel Governo
francese del 93 continuasse ora sempre gli
sarei Nemico, e mai cessarei d'inspirarne
l'orrore, cara la mia Comare lasciamo
questo topico che porterebbe troppo avanti
le Scoperte, e mi ritornerebbe l'Idee
delle quali devo scordarmi, non dovendo
piu pensare che all'altro mondo, e farmi
Cittadino del Cielo. Tutto suo cara la mia
Comare P. P.
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cura di Maria Cristina Ferro -
23/09/2008]
Bibliografia
F. Beretti (a
cura di), Pascal Paoli à Maria Cosway,
Lettres et documents, 1782-1803, Voltaire
Foundation, Oxford, 2003
J. Boswell, An
Account of Corsica: The Journal of a Tour to that
Island, and Memoirs of Pascal Paoli, Edward and
Charles Dilly, London,1768
O. Durand, La
lingua còrsa, Paideia Editrice, Brescia,
2003
T. Gipponi (a
cura di), Maria e Richard Cosway, Umberto
Allemandi & C, Torino, 1998
F. Pommereul,
Histoire de l'isle de Corse,
Société Typographique, Berne,
1779
N. Tommaseo,
Lettere di Pasquale de Paoli con note e
proemio, in Archivio storico italiano,
prima serie, vol. XI, Viesseux,
Firenze,1846
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La Fondazione
Maria Cosway di Lodi custodisce un
eccezionale patrimonio costituito da 123 lettere di
Pasquale Paoli, indirizzate a Maria Hadfield
Cosway, trascritte e divulgate dal dottor Tino
Gipponi, conservatore storico-artistico della
Fondazione.
Tino
Gipponi, Conservatore storico-artistico della
Fondazione
Maria Cosway
di
Lodi.
Le immagini sottostanti sono tratte dal libro
curato da Gipponi
medesimo:
Maria e
Richard Cosway, Umberto Allemandi & C,
Torino, 1998.
R.
Cosway, Autoritratto con Maria Cosway, 1785
c., grafite, sanguigna con acquerello, Lodi,
Fondazione Cosway.
R.
Cosway, Maria Cosway con il busto di
Leonardo, 1789, penna e inchiostro bruno, Lodi,
Fondazione Cosway.
R.
Cosway, Autoritratto con busti di Michelangelo e
Rubens, 1789, penna e inchiostro bruno, Lodi,
Fondazione Cosway.
Maria
Cosway, Scrittura, dopo 1795, matita con
acquerello, Lodi, Fondazione Cosway.
A.
Cardon, da R. Cosway, Louisa Paolina Angelica
Cosway Etatis 5, 1797, incisione a retino,
Lodi, Fondazione Cosway.
G.
Rottini, Maria Cosway tra le sue alunne e tre
Dame Inglesi, 1836-37, olio su tela, Lodi,
Fondazione Cosway.
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