Documentazione - Documentation


Il fallito assedio di Furiani del 1759 viene ricordato come uno dei principali successi della guerra dei Corsi contro Genova. Nella relazione qui presentata, si narra l'episodio dal punto di vista del comandante delle truppe genovesi, Giacomo Grimaldi, che tenta (senza successo) di giustificare la disfatta subita.

Traduction en français - In elaborazione | En cours d'élaboration.



L’assedio di Furiani (1759) - Le siège de Furiani (1759)


Testo originale in italiano (trascrizione del manoscritto)
Traduction en français

Tratto da / Tiré de: Relazione data a Genova dal senatore Giacomo Grimaldi del suo operato in Corsica. 1759.
Archivio di Stato di Torino , Negoziazioni colla Corsica, volume 93, mazzo 1, fascicolo 36.


Tratto da / Tiré de: Piano del luogo di Foriani occupato dai malcontenti di Corsica fatto attaccare in vano dal Commissario Giacomo Grimaldi. 1759. Colla Relazione di tale spedizione. 1759.
Archivio di Stato di Torino , Negoziazioni colla Corsica, volume 93, mazzo 1, fascicolo 36.

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Giuseppe Rossi (Genova 1732 - 1796)
Ritratto del doge Gio. Giacomo Grimaldi - olio su tela.
Grimaldi è rappresentato ai tempi in cui era Doge di Genova, dal 22 giugno 1756 al 22 giugno 1758.
Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti

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(foto a cura di Antonella Paolini)


Traduction en français - In elaborazione | En cours d'élaboration


 

Tratto da / Tiré de: Piano del luogo di Foriani occupato dai malcontenti di Corsica fatto attaccare in vano dal Commissario Giacomo Grimaldi. 1759. Colla Relazione di tale spedizione. 1759.
Archivio di Stato di Torino , Negoziazioni colla Corsica, volume 93, mazzo 1, fascicolo 36.

L'assedio di Furiani del 1759 viene annoverato tra i principali successi della guerra contro i Genovesi in Corsica:

[...] l'ex-doge Grimaldi s'étant présenté avec six-mille hommes, pour bombarder Furiani, éprouva une résistance meurtrière, que les Corses rappellent avec orgueil. [1]
[...] l'ex doge Grimaldi che si era presentato con seimila uomini per bombardare Furiani, dovette subire una micidiale resistenza, che i Corsi ricordano con orgoglio.


Il manoscritto anonimo di cui viene qui presentata la trascrizione, conservato presso l'Archivio di Stato di Torino , riferisce le vicende dell'assedio dal punto di vista degli assedianti genovesi. Si tratta della relazione presentata da Giovanni Giacomo Grimaldi, comandante delle truppe genovesi, alla Repubblica di Genova.

Il Grimaldi era già stato inviato come Commissario Generale in Corsica dal 1751 al 1754; dal 1755 al 1756 vi era ritornato come comandante militare. Dal 1756 al 1758 era stato Doge di Genova e a fine marzo del 1759 sbarcava in Corsica per la terza volta, in qualità di Commissario Straordinario, per tentare appunto di espugnare la cittadina di Furiani, che era stata occupata e fortificata da Paoli:

[Paoli] éleva des fortifications à Nonza, et surtout à Furiani. Bastia se trouva ainsi bloquée. [1]
[Paoli] innalzò delle fortificazioni a Nonza e soprattutto a Furiani. Bastia si ritrovò così bloccata.

Furiani étoit, par sa position, un poste si nécessaire à la République; il mettoit Paoli si près des portes de Bastia, les Génois se trouvoient si resserrés dans leurs murs, qu'ils sentirent toute la nécessité de le reprendre. Le siege en fut donc déterminé. [2]
Per la sua posizione, Furiani era un luogo assai importante per la Repubblica [di Genova]; collocava Paoli tanto vicino alle porte di Bastia e i Genovesi si trovavano così rinchiusi nelle loro mura, che avvertirono tutta la necessità di riconquistarlo. Ne fu dunque deciso l'assedio.

 
Poco dopo l'arrivo di Grimaldi, le truppe francesi, che in seguito al primo trattato di Compiègne del 1756 avevano appoggiato militarmente Genova, rientravano in Francia allo scadere del trattato:

Finiti i quattr'anni nel 1759 i Francesi partirono dall'isola, abbandonando i presidj ai soldati della genovese repubblica, i quali, non più protetti dalle armi di Francia, dovettero prepararsi a difendersi contro gli assalti delle falangi nazionali. [3]


Ai Genovesi non rimane che utilizzare dei mercenari per tentare di portare a termine la riconquista di Furiani:

Le gouvernement ligurien ayant recruté un corps de trois ou quatre mille Suisses et Allemands pour renforcer son armée, voulut se mesurer de nouveau avec l'insurrection insulaire.[4]
Il governo ligure, che aveva reclutato un corpo di tre o quattro mila Svizzeri e Tedeschi per rinforzare il proprio esercito, volle misurarsi di nuovo con l'insurrezione insulare.


I sintetici resoconti dell'assedio riportati da varie fonti sono unanimi nel sottolineare l'imprevedibilità della sconfitta dei Genovesi, ampiamente superiori ai Corsi come mezzi, e quanto fosse dovuta agli errori commessi dai comandanti militari e dalle truppe:

Furiani [...] fut attaqué par des forces considérables. Les Génois, dans un assaut, pénétrerent jusqu'au centre du village, dont leurs bombes avaient écrasé les maisons; les Corses les en chassèrent, et ils furent obligés de lever le siège. [5]
Furiani [...] fu attaccata con notevoli forze. I Genovesi, in un assalto, penetrarono fino al centro del villaggio, di cui le loro bombe avevano abbattuto le case; i Corsi li ricacciarono indietro ed essi furono obbligati a togliere l'assedio.

[...] la République [de Gênes] oublia de donner du courage à ses troupes, & de l'intelligence à leurs chefs. [2]
[...] la Repubblica [di Genova] dimenticò di fornire coraggio alle sue truppe e intelligenza ai loro capi.


Grimaldi, principale responsabile della sconfitta, tenta di giustificarla presentandola come un evento assolutamente inspiegabile, ma la sua stessa relazione evidenzia gli errori da lui commessi: non aver curato la preparazione delle truppe mercenarie e dei loro comandanti, aver elaborato una strategia di attacco approssimativa, aver sottovalutato le forze dei Corsi e soprattutto la loro determinazione.

L'autodifesa di Grimaldi assume un aspetto quasi comico, quando afferma di essersi ispirato a oculati criteri di parsimonia riguardo ai costosi colpi di mortaio: il Senatore Grimaldi ne proibì l'uso, per non prodigare tiri di tanto prezzo; addirittura trova il modo di osservare che i Corsi [...] maledivano il De Paoli, massimamente anche per le continue contribuzioni, che loro và intimando.

L'attacco finale, nonostante il poco numero de' nemici [...] e quasi cinque giorni di sollecito cannonamento e il piano dell'attacco redatto personalmente da Grimaldi e consegnato a ognuno dei comandanti delle tre colonne, si conclude con la rovinosa ritirata dei Genovesi: la Truppa senza Uffiziali, gli Uffiziali, senza Truppa.
Grimaldi annota con involontario effetto umoristico che seguitando questo deliro [...] giunse poi il Colonnello Gianats barbottando, e non si sapeva cosa.

In realtà l'infelice decisione di attaccare Furiani con tre colonne, in modo che con tre parti occupate, solamente la quarta opposta al nostro fronte restava aperta alla fuga de' nemici, e ciò per facilitar loro la ritirata potrebbe aver consentito ai Corsi di giungere in aiuto di Furiani dall'entroterra. Appare infatti inverosimile quanto Grimaldi afferma relativamente al numero di Corsi presenti in Furiani al momento dell'assedio: solamente [erano] rimasti alla difesa di Foriani otto, o dieci Paesani avvanzo dei già fugiti, anche se per sostenere questa tesi egli tenta di minimizzare le perdite subite, attribuendo i dati forniti dagli ufficiali al desiderio di coprire fughe e diserzioni precedenti.

Grimaldi conclude la relazione notando ipocritamente che con somma sua sorpresa, e rincrescimento tutto il Consiglio di Guerra condivise con entusiasmo la sua proposta di ritirare la grossa Artiglieria e di abbandonare l'assedio.
Malgrado l'autodifesa di Grimaldi, l'esito dell'assedio segna la fine della sua carriera politico-militare, mentre il dominio di Genova sulla Corsica si avvia all'ultima fase che si concluderà nel 1768 con il
trattato di Versailles.

 [a cura di Maria Cristina Ferro - Agosto 2007]


[1] Biographie universelle, ancienne et moderne, ouvrage entiérement neuf, rédigé par une société de gens de lettres et de savants, tome trente-deuxième, Paris 1822

[2] Articolo "Corse" in Dictionnaire universel des sciences, morale, économique, politique et diplomatique; ou Bibliotheque de l'homme-d'état et du citoyen, tome quatorzième, Londres 1780

[3] Francesco Maria Giamarchi, Vita politica di Pasquale Paoli, Bastia 1858

[4] J.-M. Jacobi, Histoire generale de la Corse depuis les premiers temps jusqu'à nos jours (1835), Paris 1835

[5] M.F. Robiquet, Recherches historiques et statistiques sur la Corse, Paris 1835


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