L'association "Radiche" nait de la
         conscience qu'entre la Corse et l'Italie ont existe', et
         continuent d'exister encore aujourd'hui, de profondes
         affinites historiques, artistiques et
         sociolinguistiques. Se visualizzi questo testo, forse il tuo browser non
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                  mio Dio" - "Lamentu di u Signore"/"U
                  perdonu" Perdono
                           mio Dio 1. - Pur
                           troppo vi offesi 2. - Io
                           son quell'ingrato 3. - Io
                           son quel superbo 4.-
                           All'oro anelando 5. - Se
                           vidi un mendico 6. - Pel
                           corpo ribelle 7. -
                           Ardendo di sdegno 8. -
                           Scagliò questa lingua 9. - Il
                           prossimo offesi 10. -
                           Maligna ne gli altri 11. -
                           Servendo a la gola 12. -
                           Odioso e infingardo 13. - E
                           quindi il ben fatto 14. -
                           Dicevami il core 15. - E
                           pur fui sì ardito 16. - Oh
                           quanto fui stolto 17. - Oh
                           me sventurato 18. -
                           Quest'alma ribelle 19. -
                           Allor che sdegnato 20. -
                           Per l'uomo discesi 21. -
                           Per l'uomo s'espose 22. -
                           Per lui da la croce 23. - Ma
                           ei col peccato 24. -
                           Va' dunque all'inferno 25. -
                           Che dici cor mio 26. -
                           Deh fa' penitenza 27. -
                           T'aspetta il Signore 28. -
                           Adunque mio Dio 29. - Mi
                           getto nel mare 30. -
                           Vo' spender mia vita 31. -
                           Con duri strumenti 32. -
                           Con spessi digiuni 33. -
                           Va' lungi o peccato 34. - Tu
                           mio Salvatore 35. -
                           Con tanto favore Note sul testo di
                  "Perdono mio Dio" La
                  popolarità di questo canto è
                  testimoniata dalla sua presenza in molte raccolte
                  di canti religiosi, i cui titoli spesso fanno
                  riferimento alla pratica delle "Missioni al popolo"
                  o "Sacre Missioni". Le due versioni di seguito
                  riportate fanno ritenere che sia sostanzialmente
                  impossibile individuare un autore del testo.
                  Infatti si intuisce la presenza di un nucleo di
                  alcune strofe più conosciute, sempre
                  presenti, che probabilmente sono servite come base
                  per creare diverse versioni del canto nel corso dei
                  secoli. 
                  
                   V.
                           Sentimento di contrizione Perdono,
                           mio Dio, Pur
                           troppo vi offesi; Io son
                           quell'ingrato Io son
                           quel superbo A un
                           volto caduco   Al corpo
                           ribelle A un
                           bene terreno A vile
                           creatura Mi pento
                           e mi dolgo Perdono
                           mio Dio, Da Laudi Sacre
                  Popolari per Missioni al Popolo, Funzioni di
                  Chiesa, Congressi, Pellegrinaggi, ecc. raccolte a
                  cura del P. Vittore da Canosa di Puglia,
                  Cappuccino, Padri Cappuccini della Provincia di
                  S. Angelo, Convento di S. Anna, Foggia,
                  1956: Perdono,
                           mio Dio! Ritornello I. -
                           Purtroppo T'offesi; II. - Io
                           son quell'ingrato III. -
                           Al corpo ribelle, IV. -
                           Oh, quanto fui stolto,   VI. -
                           Allor che sdegnato VII. -
                           Or va, maledetto, VIII. -
                           Deh, fa penitenza IX. - Or
                           l'alma, mio Dio, [a
                  cura di Maria Cristina Ferro- 30/03/2007]
   
 
       
          
   
   
       
         
         
          
      
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                  Campanesi
                  chì facenu a so "granitula" in piazza
                  à a chjesa di A Verdese, Corsica
                  (foto MCF
                  - 2006).
                   Ingrandire
                  - Ingrandà
                  - Grandir
                  Ingrandire
                  - Ingrandà
                  - Grandir
                  
                  
                  
                  
                  
                  
                     
                   
                         
                  
                            
                        
                           Mio Dio perdono
                           Perdono mio Dio
                           Perdono pietà
                           Confesso o Signore
                           Con sommo rossore
                           La mia iniquità
                           Che voi Redentore
                           Scacciai dal mio cuore
                           Con tanta empietà
                           Che voi oltraggiai
                           E nulla curai
                           Sì gran Maestà
                           Con somma ingiustizia
                           Bramò mia avarizia
                           Le altrui facoltà
                           Ahi fiero rimorso
                           Negai dar soccorso
                           A sua povertà
                           Lasciai il mio Dio
                           Or piangi cor mio
                           La tua cecità
                           Al cielo rivolto
                           Con torbido volto
                           Con gran ferità
                           Sacrileghe voci
                           Bestemmie feroci
                           Ahi cieca empietà
                           E ardito oltraggiai
                           Né punto curai
                           La sua carità
                           Odiò la grandezza
                           Odiò l'allegrezza
                           La mia iniquità
                           Da me fu lontana
                           Virtude cristiana
                           Sincera bontà
                           Da me fu negletto
                           Ogni atto ogni detto
                           Di vera pietà
                           Fu sempre apparente
                           Celando a la gente
                           La mia infedeltà
                           Di novo il peccato
                           Il verbo incarnato
                           In croce porrà
                           Che a Cristo mia vita
                           Fece altra ferita
                           La mia crudeltà
                           Oh quanto fui ingrato
                           A un Dio svenato
                           Per somma bontà
                           Se seguo a peccare
                           Se seguo a piagare
                           Chi vita mi dà
                            
                     
                           nel giorno d'orrore
                           Al gran Redentore
                           Che scusa farà 
                           Sedendo sul trono
                           Con orrido suono
                           Così griderà
                           Nel seno materno
                           E nacqui d'inverno
                           Con gran povertà
                           Ad aspri martori
                           A crudi dolori
                           La mia carità
                           Il sangue versai
                           La morte abbracciai
                           Con tanta umiltà
                           Di novo il costato
                           Trafissemi ingrato
                           Con tanta empietà
                           Dirò va' spietato
                           E quivi dannato
                           Tua stanza sarà
                           A tono sì atroce
                           Non temi la voce
                           Di tal Maestà
                           E chiedi perdono
                           Che un Dio sì buono
                           Negar nol saprà
                           E dentro il costato
                           A un mostro sì ingrato
                           Ricetto darà
                           Al tuo sen ritorno
                           E quivi il soggiorno
                           Mio core farà
                           Del sangue versato
                           E in esso il peccato
                           Sommerso sarà
                           In pianti e lamenti
                           Da gli occhi dolenti
                           Un fiume uscirà
                           Con aspri flagelli
                           I sensi ribelli
                           La man punirà
                           Vo' il corpo frenare
                           Da me allontanare
                           La mia iniquità
                           Va' lungi dal core
                           Non più il mio Signore
                           Peccar mi vedrà
                           Per me sì piagato
                           Distruggi il peccato
                           Che morte mi dà
                           io spero vittoria
                           Del cielo la gloria
                           A me si darà
                  
                  
                  
                  Testo
                  utilizzato nella processione del Giovedì
                  Santo 2006 a Campana (Valle d'Orezza,
                  Corsica).
                  
                  
                  
                  
                  A
                  proposito di questa specifica processione, si legga
                  il testo in lingua corsa con una testimonianza
                  diretta:
                  
                   GHJOVI
                  SANTU
GHJOVI
                  SANTU
                  
                  À
                  mumenti hé Ghjovi Santu... "Chi
                  primura!", mi dicerete... Ma a primura ci
                  hé, chi sò campanese; sò di A
                  Campana, una di e 14 cumune di a Pieve
                  d'Orezza, in Castagniccia; da u purtellu di a
                  mio camara vecu l'isula Elba
                  [...]
                  
                   
            
                  
                  Questo
                  canto è solitamente intitolato "Perdono
                  mio Dio"; in Corsica è conosciuto anche
                  come "Lamentu di u Signore" o semplicemente
                  "U perdonu", mentre in Italia compare a
                  volte sotto il titolo "Il peccatore
                  giustificato". In alcune raccolte ottocentesche
                  è intitolato "Il peccatore pentito chiede
                  umilmente perdono".
                  
                  La versione presentata nella colonna a sinistra
                  è tratta da un foglietto volante usato
                  durante la processione del Giovedì Santo a
                  Campana (Valle d'Orezza); sono stati corretti
                  alcuni errori di ortografia (ad esempio,
                  "sacrilege" per "sacrileghe", "trasfessemi" per
                  "trafissemi"). Le strofe sono in tutto trentacinque
                  ma a Campana vengono tradizionalmente eseguite solo
                  le prime dodici, la quindicesima e la
                  sedicesima.
                  
                  
                  Da L'uomo apostolico provveduto, per D. E. Parr.
                  Berardi e D. E. Dott. Graziani Missionari Faentini
                  - Volumetto che contiene le istruzioni sulla
                  confessione colla giunta del Rosario meditato e
                  varie laudi sacre ad uso delle Sante Missioni,
                  Faenza, Tipografia Novelli, 1888:
                     
                  
                  
                  
                         
                  
                            
                        
                           Mio Dio, perdono,
                           Perdono, mio Dio,
                           Perdono, pietà.
                           Confesso, Signore,
                           Con sommo rossore
                           La mia iniquità.
                           Che voi, Redentore,
                           Scacciai dal mio cuore
                           Con tanta empietà.
                           Che un Dio oltraggiai
                           E nulla curai
                           Sì gran maestà.
                           Posposi il divino,
                           E un Dio uno e trino
                           A vana beltà.
                            
                     
                           Posposi il mio Dio,
                           Ah piangi cor mio
                           La tua cecità.
                           Posposi l'eterno
                           Al Re sempiterno
                           La stessa viltà.
                           Posposi il Creatore
                           E il sommo Signore
                           A ria vanità.
                           Con sommo dolore
                           E d'ogni mio errore
                           Vi chiedo pietà.
                           Mio Dio perdono,
                           Perdono, mio Dio,
                           Perdono, pietà.
                     
                  
                         
                  
                            
                        
                           Perdono mio Dio
                           Mio Dio, perdono!
                           Perdono, mio Dio,
                           Perdono, pietà!
                           Confesso, Signore,
                           con sommo dolore
                           La mia iniquità.
                           Che Voi, Redentore,
                           Scacciai dal mio core
                           Con tanta empietà.
                           Posposi il mio Dio;
                           Or piangi cuor mio
                           La tua cecità.
                           Indegno ed ingrato
                           A un Dio umiliato
                           Per mera bontà.
                            
                     
                           V. - Quest'alma ribelle
                           Nel giorno d'orrore
                           Al Suo Redentore
                           Che scuse farà?
                           Sedendo sul trono,
                           Tremendo nel suono,
                           A te griderà:
                           T'aspetta l'inferno;
                           e questo in eterno
                           Tua stanza sarà.
                           E chiedi perdono:
                           Un Dio così buono
                           Negar nol saprà.
                           A Te fa ritorno,
                           E dolce soggiorno
                           In Te troverà.